Dal titolo si evince che questo post possa essere interessante da diversi punti di vista.
Parto dal concetto di alienazione, il quale presuppone un'identità la quale deriva verso il primo: mi fermo a questo punto per concentrarmi sul successivo .
La identità fluida, benchè ridondante nella nostra struttura sociale, non presuppone una definita tale bensì proprio la fluidità : i liquidi si conformano rispetto al contenitore entro il quale sono contenuti ; enfatizzo il "si conformano".
Alla luce di quanto sopra mi sono posto una domanda: ciò che mi circonda in termini di interazione sociale, quanto corrisponde ad una reale realtà ? Per reale realtà mi affido al mio post precedente, vedi analisi .
In che termini siamo manipolati e a nostra volta manipoliamo, assumendo per ipotesi che il manipolato non ne abbia effettiva coscienza ?
Una persona dal canto suo può rispondermi, accaduto più volte, "Io faccio quello che voglio !", "Io sono una persona libera !" e/o affine: a questo punto mi trovo interdetto poiché
a) tu affermi di fare quello che vuoi, orbene definisci che cosa vuoi, quali sono le tue modalità ed a che cosa tendi,
b) tu affermi di essere una persona libera - questa è apoteosi - pertanto il tuo stato di libertà, sebbene abbia aggettivato rispetto al sostantivo definendone una qualità, suppongo non sia soggetto a restrizioni, non abbia subito condizionamenti, con una capacità riflessiva criticamente che esula dal generalizzato, in-dipendente, ovvero la sua affermazione potrebbe essere una reazione ad un dato qualcosa: a questo punto però mi domando ulteriormente, la reazione potrei considerarla un autonomo e cosciente atto di libertà ?
I suoi effetti causali sono previsti nella loro interezza ?
Dal mio canto ritengo che l' atto di libertà corrisponda nel rispondere, in quanto mi riconosco responsabile, a noi stessi ed ai terzi per cui un risultato sociale .
Claudio .
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