giovedì 20 aprile 2017

Immigrato una Parola dal Mutato Segno Linguistico

Dato il nostro post precedente sulla integrazione ed inclusione, il quale delineò, a nostro avviso, la netta demarcazione di significati, ci poniamo in chiave critica negli sviluppi ancorché, mi si conceda precisamente, inviluppi in chiave significativa di intrichi ossia viluppi ingrovigliati.

Ci è noto dai media che, a fronte di equivoci, le persone provenienti da diversi luoghi d'origine, imbarcate, stivate e giunte a destinazione sul territorio nazionale, siano diventate immigrati da un atto di immigrazione: una definizione chiara della parola segno viene fornita dal dizionario Garzanti on line .

Per quanto sopra siamo entrati in un vicolo: ci domandiamo perché, oramai da anni, vi sono diversi flussi di immigrazione : quali sono le ragioni prime di questo fenomeno ?

Ci domandiamo altresì da un punto di vista logico fenomenologico, il mutamento del segno linguistico da parte dei media, e non solo, di cui abbiamo preso atto - immigrato - a cosa corrisponde nel concreto ordinario del tessuto socio - economico ?

A questo punto ci siamo posti questa ulteriore domanda: nel caso in cui vi fosse un presunto atto del manipolare, da manus e pilare, nella comunicazione del significante - significato, in aggiunta ad un over load informativo - contraddittorio nelle evidenze - in che modo, io, criticamente possa valutare per giungere cognitivamente ad una scelta ?

La verità fattuale ed obiettiva dal nostro punto di vista non si colloca nel mezzo, soprattutto in funzione di quale paradigma ?!, puntualizzando comunque di non appartenere e di sviluppare conclusioni manichee.

La condivisione, dal nostro punto di vista significa semplicemente DIVIDERE CON, per utilizzare una perifrasi colorata: siamo accoglienti nel dividere il nostro pezzo di pane con chi sia disposto a sua volta - in bona fide ugualmente - a condividerne il proprio (pezzo di pane) ; commensali alla pari ove seco portan il proprio.

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